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Marocco: grazia reale per quasi 2500 detenuti

Toufiq Bouachrine, Reda Taoujni e Omar Radi graziati dal re del Marocco

In occasione dei suoi 25 anni di regno, il re Mohammed VI ha graziato 2.476 persone condannate dai vari tribunali del Regno del Marocco, compresi giornalisti che hanno commesso reati previsti e puniti dal codice penale. E’ quanto si legge in una nota dell’agenzia di stampa marocchina “Map”. Si tratta di Toufiq Bouachrine, Omar Radi e Souleimane Raissouni e degli attivisti Reda Taoujni e Youssef El Hirech.

Hanno usufruito della grazia anche Imad Stitou, Afaf Bernani, Hicham Mansouri, Abdessamad Ait Aicha, Saida Alami e Mohamed Kenzouz. “Così facendo, il Sovrano ha voluto fare delle celebrazioni del Giorno del Trono un’occasione per portare gioia e felicità ad un gran numero di condannati, detenuti e membri delle loro famiglie”, si legge nella nota.

A questo proposito, Mohammed VI, informato del dossier di ciascuna delle persone interessate, ha voluto concedere la sua grazia, “al fine di consentire loro un ritorno pacifico alle loro famiglie, che non cancella in alcun modo la loro colpevolezza delle accuse per le quali hanno scontato la loro pena detentiva”, si legge ancora.

La Grazia Reale incarna la benevolenza con cui il Re circonda tutti i figli del suo popolo, compresi i prigionieri e i condannati, e sottolinea la volontà del Sovrano di sancire i principi di tolleranza e clemenza e di dare una seconda possibilità ai condannati.

Essa non lede, infatti, in alcun modo i diritti altrui, riguarda soltanto il reato o la pena per cui è stata pronunciata e non impedisce in alcun modo la prosecuzione dell’esame dei reati o dell’esecuzione delle altre sentenze in questione di moltiplicazione di delitti o di cumulo di pene che si sommano o si sommano, senza riguardo al tipo, al grado e all’ordine in cui sono state pronunciate.

In effetti, il perdono reale, che è una tradizione rinnovata dal Re, costituisce un simbolo distintivo del patrimonio collettivo marocchino, e mette in risalto la benevolenza e l’empatia che caratterizzano il regno del Sovrano, inviando un forte messaggio sull’importanza della compassione e del perdono, valori che rafforzano il tessuto sociale e promuovono l’armonia all’interno della Nazione.

Questa iniziativa regale si distingue per il suo carattere umano ed eminentemente sovrano, che va al di là delle circostanze temporanee, ed è frutto di una cultura di riconciliazione e di clemenza ancorata nella storia millenaria del Regno.

Si tratta di un gesto reale che è l’affermazione della sovranità marocchina e un atto di benevolenza che non obbedisce ad alcuna pressione straniera, ed è in linea con una tradizione millenaria ben ancorata negli usi e costumi del Regno del Marocco.

Si tratta anche di un gesto umano e benevolo del Re nei confronti dei beneficiari e delle loro famiglie, che si uniranno all’ondata di gioia e di festeggiamenti del 25° anniversario dell’ascesa al Trono del Sovrano dei suoi antenati.

Quella della grazia reale è il frutto di una cultura di riconciliazione e di clemenza ancorata alla storia millenaria del Regno. Si tratta di un gesto reale che è l’affermazione della sovranità marocchina e un atto di benevolenza che non obbedisce a pressioni esterne. E’ in linea con una tradizione millenaria ben ancorata negli usi e costumi del Regno del Marocco. La grazia è una prerogativa esercitata dal re, allo stesso modo degli altri Capi di Stato.

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