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Medio Oriente: vertice di Riad guidato da Bin Salman chiede stop alla guerra

Il vertice arabo islamico si è chiuso l’11 novembre con la partecipazione dei rappresentanti dei paesi arabi e islamici per discutere dell’offensiva israeliana sul Libano e su Gaza

Si è concluso l’11 novembre a Riad il vertice arabo islamico convocato dall’Arabia Saudita e presieduto dal principe ereditario Mohammed Bin Salman per trovare una soluzione al conflitto in corso in Medio Oriente. Il meeting arriva un anno dopo un incontro simile a Riad promosso dalla Lega araba con sede al Cairo e dall’Organizzazione per la cooperazione islamica (Oic) con sede a Gedda, durante il quale i leader hanno condannato le azioni delle forze israeliane a Gaza definendole “barbare”. Hanno partecipato al summit i 57 membri dell’Oic e i 22 membri della Lega araba includono Paesi che riconoscono Israele e altri fermamente contrari alla sua integrazione regionale.

Il vertice arabo-islamico ha prodotto diverse dichiarazioni e richieste riguardo alla situazione a Gaza e in Libano:

  1. I leader hanno condannato fermamente l’offensiva israeliana a Gaza, definendola un “genocidio”.
  2. È stato rinnovato l’appello per la creazione di uno Stato palestinese indipendente con capitale Gerusalemme Est.
  3. I partecipanti hanno chiesto la fine dell’assedio di Gaza e l’introduzione di aiuti umanitari.
  4. È stata richiesta la sospensione dell’esportazione di armi e munizioni a Israele.
  5. Il vertice ha condannato gli attacchi israeliani contro le strutture delle Nazioni Unite.
  6. È stata espressa opposizione a qualsiasi piano di spostamento forzato dei palestinesi da Gaza.
  7. I leader hanno invitato la comunità internazionale a intervenire per fermare l’aggressione israeliana.
  8. È stato richiesto l’intervento della Corte Internazionale di Giustizia contro Israele.
  9. Riguardo al Libano, il presidente del parlamento libanese ha dichiarato che il paese non vuole la guerra ma è pronto a difendersi.

In sintesi, il vertice ha mostrato una posizione unitaria nel condannare le azioni israeliane e nel chiedere una soluzione pacifica basata sulla creazione di uno Stato palestinese, pur mantenendo una retorica di forte critica verso Israele.

L’evento è stato guidato dal Principe ereditario del Regno dell’Arabia Saudita su richiesta dello Stato di Palestina e di alcuni paesi Membri e ospitato dal Regno dell’Arabia Saudita. L’obiettivo è consentire al popolo palestinese di realizzare i propri legittimi diritti nazionali dando loro un supporto solido e ribadendo la centralità della questione palestinese.

I leader dei paesi arabi e musulmani che hanno partecipato a uno straordinario summit a Riad hanno rilasciato una dichiarazione conclusiva in cui hanno affermato l’importanza della causa palestinese e il loro fermo sostegno al popolo palestinese e ai suoi sforzi per ottenere i propri legittimi e inalienabili diritti nazionali.

Questi diritti includono il diritto alla libertà, hanno affermato i leader, il diritto a uno stato indipendente e sovrano con Gerusalemme Est come capitale, il diritto al ritorno dei rifugiati, il diritto al risarcimento a cui sono dovuti in conformità con le risoluzioni internazionali e il diritto di contestare qualsiasi tentativo di negare o indebolire questi diritti.

I leader hanno anche ribadito il loro sostegno alla piena sovranità dello Stato di Palestina su Gerusalemme Est occupata. Hanno affermato che Gerusalemme rimane una linea rossa per le nazioni arabe e musulmane e hanno espresso assoluta solidarietà nel proteggere l’identità araba e islamica di Gerusalemme Est occupata e nel difendere la sacralità dei luoghi santi islamici e cristiani lì.

Hanno anche affermato il loro assoluto sostegno al Libano, inclusa la sua sicurezza, stabilità, sovranità e la sicurezza dei suoi cittadini.

Nel documento finale si sottolinea in particolare il ​​diritto alla libertà e a uno Stato indipendente e sovrano con la sua capitale che è Gerusalemme Est. Si dice che i rifugiati hanno diritto al ritorno e a un risarcimento nei territori del 1967. Viene respinta qualsiasi decisione o misura israeliana volta a giudaizzarla e a consolidare la sua occupazione coloniale su di esso, considerandole non valide.

Si ribadisce l’identità araba e islamica di Gerusalemme Est, la solidarietà nel tutelare e difendere la santità dei luoghi santi islamici e cristiani ivi contenuti. Si ribadisce anche il sostegno alla Repubblica libanese, alla sua sicurezza e stabilità.

Al termine dei lavori del vertice il ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhan, ha affermato che tenere il summit arabo e islamico a Riad riflette il sincero desiderio dei partecipanti di continuare gli sforzi volti a porre fine alle guerre di Israele a Gaza e in Libano.

Bin Farhan ha ribadito durante la conferenza stampa del summit come i leader dei paesi arabi e musulmani abbiano chiesto di porre fine alle violazioni israeliane e di allentare le restrizioni alla consegna degli aiuti umanitari, ha riferito martedì l’agenzia di stampa saudita.

Ha anche ribadito che il summit sostiene la soluzione dei due stati come unica opzione per raggiungere una pace giusta e duratura per risolvere il conflitto israelo-palestinese.

I paesi partecipanti si coordineranno con la comunità internazionale per raggiungere un cessate il fuoco e limitare l’espansione del conflitto, e ridurre la crescente minaccia rappresentata dalle operazioni militari israeliane alla sicurezza regionale e internazionale.

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