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Marocco: Codice di famiglia, il re chiede una riflessione

Il re del Marocco, Mohammed VI, ha presieduto oggi al Palazzo Reale di Casablanca, una sessione di lavoro dedicata alla questione della revisione del Codice della famiglia.

Questa sessione avviene dopo che l’Autorità responsabile della revisione del Codice della Famiglia ha presentato, al termine della sua missione entro il tempo assegnato, un rapporto contenente più di 100 proposte di emendamento, e successivamente il monarca ha contattato il Consiglio Superiore degli Ulema in merito ad alcune proposte relative a testi religiosi su cui il Consiglio ha emesso un parere giuridico.

Interviene anche dopo che il Re ha effettuato i necessari arbitrati sulle questioni sulle quali l’Autorità ha emesso più pareri o su quelle la cui revisione ha richiesto il ricorso al parere della Sharia, i cui arbitrati reali hanno dato priorità a scelte che rispondenti ai parametri e alle finalità definiti nella Regia Lettera indirizzata al Capo del Governo, nonché a quelli fissati dalle norme che disciplinano l’azione dell’Autorità, ivi a capo standard di “Non proibire ciò che è permesso, né autorizzare ciò che è proibito”.

Il Codice della Famiglia rientra nell’ambito della volontà Reale che mirava a rafforzare e consolidare il nucleo familiare come fondamento
fondamentale per la società marocchina. Si tratta anche della continuazione della riforma del 2004, che ha segnato un importante punto di svolta nelle questioni relative ai diritti delle donne e alla promozione della loro condizione, e ha evidenziato la singolarità del modello marocchino a livello regionale e internazionale.

Attraverso questo Moudawana 2.0, il Sovrano traccia ancora una volta il cammino, rispondendo alle sfide contemporaneo pur rimanendo fedele ai principi dell’Islam e alle specificità della famiglia marocchina, in
rispetto dei principi di uguaglianza, giustizia e solidarietà.

Questa sessione di lavoro si è svolta alla presenza del premier Aziz Akhannouch, che avrà il compito di presentare al Parlamento il disegno di legge relativo alla revisione del Codice della Famiglia. A questa sessione di lavoro ha partecipato, oltre al Capo del Governo, anche il Ministro della Giustizia, il Ministro degli Habous e degli Affari Islamici nella sua qualità di membro del Consiglio Superiore degli Ulema, incaricato di presentare le conclusioni del parere del Consiglio su determinate proposte
relativo a testi religiosi.

Questa sessione di lavoro rappresenta il culmine del processo di consultazione e di dibattito ampliato che il Re ha voluto adottare sulla questione della revisione del Codice della Famiglia, il cui processo è stato portato avanti in fasi graduali e molteplici di ascolto

La sessione di lavoro ha luogo anche dopo che il Re ha effettuato i necessari arbitrati per mirare al bene della famiglia marocchina, nel rispetto delle norme e delle finalità previste.

Questa sessione di lavoro è stata l’occasione per il Ministro della Giustizia di presentarsi davanti al Re con l’approccio e la metodologia che hanno governato il lavoro dell’Autorità, in particolare nella fase di ascolto e udienza, nonché per le proposte sottoposte al monarca. Da parte sua, il ministro degli Habous e degli Affari islamici ha presentato le conclusioni del parere del Consiglio riguardante alcune questioni relative ai testi religiosi.

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