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Spagna: arresto di 2 sostenitori di Daesh, in collaborazione con la DGST

La Polizia nazionale spagnola ha annunciato l’arresto nel nord della Spagna di due individui sospettati di appartenere all’organizzazione terroristica Daesh, nel corso di un’operazione condotta in collaborazione con la Direzione generale di sorveglianza del territorio (DGST).

I sospettati sono stati arrestati nelle località di Itsasondo (Guipúzcoa) e Avilés (Asturie), per il loro presunto coinvolgimento in crimini di indottrinamento, diffusione di propaganda terroristica e incitamento a commettere atti violenti, precisa la polizia spagnola in un comunicato stampa.

Secondo i dati dell’indagine, gli indagati erano sottoposti a rigorosa sorveglianza dall’inizio dell’anno a causa delle loro attività sospette sui social network, dove trasmettevano messaggi di sostegno a Daesh, incitando alla violenza e al terrorismo.

L’operazione, condotta sotto il controllo del Tribunale Investigativo Centrale in coordinamento con la Procura della Repubblica del Tribunale Nazionale, ha beneficiato del sostegno della Direzione Generale della Sicurezza Territoriale (DGST), indica la Polizia nazionale spagnola, ricordando che grazie a Grazie a questa collaborazione, negli ultimi anni sono stati arrestati molti terroristi.

Questa cooperazione internazionale “è essenziale” per rafforzare l’efficacia della lotta al terrorismo, grazie alla notevole professionalità e alla conoscenza approfondita della minaccia terroristica dei servizi coinvolti, si sottolinea.

E’ stato sottolineato il contributo della Direzione Generale della Sorveglianza Territoriale, un partner chiave ed efficace nella lotta al terrorismo, che, grazie alla sua collaborazione e competenza, negli ultimi anni sono stati catturati numerosi terroristi.

La polizia spagnola ha illustrato inoltre l’impegno costante nella lotta al terrorismo sia sul territorio spagnolo che all’estero, nel quadro dei partenariati internazionali, “una priorità strategica per la polizia nazionale”, conclude il comunicato stampa.

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Sahara: Ecuador sospende riconoscimento cosiddetto “Rasd”

La Repubblica dell’Ecuador ha deciso, martedì, di sospendere il riconoscimento dello pseudo “Rasd”, da lei riconosciuto nel 1983, con l’apertura di una cosiddetta ambasciata nel 2009.

Il Ministro degli Affari Esteri dell’Ecuador, Gabriela Sommerfeld, ha informato, nel corso di un colloquio telefonico, il suo omologo marocchino, Nasser Bourita, di questa decisione e della lettera di notifica da lei inviata ai cosiddetti rappresentanza dei separatisti a Quito.

Questa decisione dell’Ecuador si inserisce nella continuità della dinamica guidata da del Re Mohammed VI, negli ultimi anni, per consacrare come unica base il carattere marocchino del Sahara e il Piano di Autonomia soluzione a questa controversia regionale.

La decisione di sospendere il riconoscimento della “Rasd” da parte dell’Ecuador apre a nuovo capitolo nelle relazioni tra il Regno del Marocco e questo paese Latino americano.

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Marocco: Macron in visita a Rabat il 28 ottobre

La Francia ha riconosciuto la sovranità del Marocco sul suo Sahara

Il presidente francese Emmanuel Macron si recherà in visita di Stato in Marocco dal 28 al 30 ottobre per rilanciare le relazioni bilaterali dopo tre anni di crisi acuta. Lo ha annunciato un comunicato stampa del gabinetto reale di Rabat.

Questa visita, che fa seguito all’invito rivolto a fine settembre dal re del Marocco, Mohamed VI, “riflette la profondità delle relazioni bilaterali, basate su un partenariato solido e radicato” con il “desiderio comune” di “rafforzare i legami multidimensionali che uniscono i due paesi”, ha assicurato il gabinetto reale.

Il 30 luglio, la Francia ha aperto la strada al riscaldamento bilaterale sostenendo un piano di autonomia del Marocco per il territorio conteso del Sahara Occidentale, considerandolo “l’unica base” per risolvere il conflitto di quasi cinquant’anni con i separatisti del Polisario.

La visita di Stato del presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron in Marocco su invito del Re Mohammed VI, annunciata oggi in un comunicato stampa del Ministero della Casa Reale, del Protocollo e della Cancelleria, segna una tappa decisiva nel rafforzamento della partnership eccezionale che unisce i due paesi.

Questa visita, precisa il comunicato, “riflette la profondità delle relazioni bilaterali, basate su un partenariato radicato e solido, grazie alla volontà comune dei due Capi di Stato di rafforzare i legami multidimensionali che uniscono i due Paesi”.

Parigi e Rabat hanno storicamente coltivato questi legami multidimensionali e sono chiamati a rafforzarli ulteriormente, come parte di una nuova dinamica volta ad entrare in un nuovo capitolo di questa eccezionale partnership. Questo partenariato vive oggi un salto di qualità, in un nuovo contesto, sotto la guida dei due capi di Stato, Sua Maestà il Re Mohammed VI e il Presidente Emmanuel Macron.

Questa visita si svolge innanzitutto in un contesto nuovo, quello del sostegno dichiarato della Francia al piano di autonomia del Marocco, che rafforza la sovranità del Marocco sulle sue province meridionali. Questa decisione segna una nuova tappa nelle relazioni franco-marocchine, nel quadro di una dinamica internazionale positiva che la questione del Sahara vive da diversi anni, sotto la guida di Re Mohammed VI.

In tutti i settori si sta scrivendo una nuova pagina nella storia comune e si sta rivelando una nuova dimensione della comunità di destini tra i due paesi, attraverso una visita di Stato del presidente Macron che segna una nuova era di cooperazione strategica, basata sulla reciproca rispetto e interessi comuni.

Sul piano delle relazioni bilaterali, la visita del presidente Macron allineerà il partenariato marocchino-francese alle aspettative dei due capi di Stato, a livello politico e in settori economici strategici come le energie rinnovabili, le nuove tecnologie, l’industria, l’istruzione, la cultura, ecc.

Con la sua proiezione regionale e continentale, una storia millenaria, sostenuto da una leadership reale che distingue il Marocco in termini di modernità e progresso, il Regno si posiziona come partner d’elezione della Francia, attrattivo in termini di investimenti e garante della pace e della stabilità nel suo ambiente immediato e nel continente. L’ambizione dei due Paesi, e dei due capi di Stato, è consolidare questa rinnovata partnership, portando prosperità condivisa a beneficio dei due Paesi ma anche a livello africano.

Lo sviluppo socioeconomico è al centro degli interessi comuni di Parigi e Rabat, grazie ad investimenti incrociati nel campo dell’industria, delle energie rinnovabili, delle nuove tecnologie e persino dei servizi, con l’obiettivo di essere in linea con le aspettative del nuovo generazioni dei due Paesi, ma anche dell’intero continente africano.

Su uno spettro più ampio, Rabat e Parigi hanno dimostrato la loro capacità di coordinare le loro azioni a livello internazionale e all’interno di varie piattaforme multilaterali. Questa è una necessità ancora più urgente oggi, di fronte ai conflitti e agli sconvolgimenti che scuotono il mondo. È in questo spirito di coordinamento degli sforzi, consultazione e dialogo politico calmo e costruttivo che i due paesi intendono costruire le loro future relazioni, in particolare per quanto riguarda la cooperazione in materia di sicurezza e gli sforzi comuni per mantenere la pace nelle zone di conflitto.

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Marocco: Mohammed VI nomina 13 nuovi ambasciatori

Nel corso della riunione del Consiglio dei ministri del governo del Marocco

Il re del Marocco, Mohammed VI, ha nominato 13 nuovi ambasciatori e nuovi governatori delle province marocchine durante una riunione del consiglio dei ministri a Rabat. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa marocchina “Map”, si tratta quindi di un movimento sostanziale, che ha interessato paesi amici e partner importante per il Marocco.

Questo movimento di ambasciatori si svolge in un contesto nazionale segnato da l’ultimo discorso di Mohammed VI dell’11 ottobre scorso, tenuto davanti al Parlamento, nel quale il Sovrano ha dato nuovo impulso all’azione diplomatica, insistendo particolarmente sulla mobilitazione della diplomazia in tutte le sue componenti, istituzionale e parlamentare.

Su proposta del Capo del Governo Aziz Akhannous e su iniziativa del Ministro degli Affari Esteri, Naser Bourita, il monarca ha nominato Othman El Ferdaous, Ambasciatore presso la Repubblica della Costa d’Avorio; Abdelkader El Jamoussi, Ambasciatore presso la Repubblica di Camerun; Mustapha El Alami Fellousse, ambasciatore presso la Repubblica Centrafricana; Najoua El Berrak, ambasciatrice presso la Repubblica del Congo; Mohammed Iboumraten, Ambasciatore presso la Repubblica del Niger; Ahmed Rida Chami, Ambasciatore presso l’Unione Europea; Fatiha Ayadi, Ambasciatrice in Danimarca; Omar Amghar, Ambasciatore nella Repubblica di Serbia; Redouane Adghoghi, Ambasciatore presso la Repubblica di Bulgaria; Majid Halim, ambasciatore in Malesia; Redouane Houssaini, ambasciatore alla Repubblica di Indonesia; Boutaina El Kerdoudi, ambasciatrice alla Repubblica del Bangladesh; Younes Dirhoussi, ambasciatore a Santa Lucia.

Il movimento degli ambasciatori deciso arriva anche anche in un contesto regionale e internazionale complesso, che presenta sfide significative per il Marocco, ma che nasconde anche opportunità importanti che l’apparato diplomatico deve saper cogliere. L’ultimo movimento degli ambasciatori, avvenuto nell’ottobre 2023, ha riguardato tradizionali partner strategici del Marocco (Stati Uniti, Francia, Cina, Emirati, Egitto, Giordania). Il movimento odierno riguarda importanti paesi limitrofi del Regno, in particolare l’Africa (5 ambasciatori) e Europa (4 Ambasciatori).

Il movimento ha interessato anche i paesi amici dell’Asia (3 Ambasciatori) e nei Caraibi (1 Ambasciatore). Per quanto riguarda i profili degli Ambasciatori nominati si nota una iniezione di “sangue nuovo”, attraverso a degli ambasciatori che accedono a questa carica per la prima volta. Altri due profili hanno già avuto almeno delle esperienze pregresse: in particolare, quello presso l’Unione Europea.

Il cambio dei diplomatici segna anche un rafforzamento della femminilizzazione della diplomazia marocchina. Sono assegnati quasi un ottavo dei posti interessati a donne ambasciatrici, portando il numero totale delle donne a 21, ovvero quasi un quarto. Questo totale copre le posizioni degli ambasciatori in Europa, occupati per il 40% da donne. Allo stesso modo è aumentato il numero delle donne ambasciatrici in Africa.

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Marocco: Borrell conferma valore a partenariato strategico con Rabat

L’Alto Rappresentante dell’Unione europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Vicepresidente della Commissione Europea, Josep Borrell, ha riaffermato “l’immenso valore” che l’UE attribuisce al partenariato strategico con il Marocco.

“I 27 desiderano approfondire il partenariato che collega il Marocco e l’UE, che è un partenariato a lungo termine, molto denso e profondo”, ha dichiarato l’Alto rappresentante dell’UE, che ha presentato, in una conferenza stampa, le conclusioni del Consiglio Affari Esteri dell’Unione svoltosi a Lussemburgo.

“Abbiamo stabilito rapporti amichevoli e una cooperazione articolata con il Marocco, e desideriamo continuarli e rafforzarli nei mesi a venire”, ha assicurato, aggiungendo che i ministri degli Esteri dell’Ue hanno preso atto delle sentenze della Corte di Giustizia Giustizia dell’UE sugli accordi agricoli e di pesca UE-Marocco. Il capo della diplomazia dell’UE ha ribadito a questo proposito il contenuto della dichiarazione congiunta, con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha riaffermato l’impegno del blocco europeo a preservare e rafforzare ulteriormente le strette relazioni con il Marocco in tutti i settori, secondo il principio “pacta sunt servanda”.

“In stretta collaborazione con il Marocco, l’UE desidera rafforzare queste relazioni e preservare questo partenariato in tutti i settori”, ha concluso.

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Marocco: Mohammed VI apre l’anno legislativo parlando di Sahara

Il sostegno della Francia visto dal re del Marocco Mohammed VI

Il re del Marocco, Mohammed VI, ha aperto la nuova sessione del quarto anno legislativo dell’undicesima legislatura del parlamento di Rabat. Lo ha fatto con un discorso che ha rappresentato una retrospettiva sugli ultimi sviluppi della questione del Sahara, segnata in particolare dal sostegno alla sovranità del Regno da parte della Francia, un “grande Paese” che “possiede una conoscenza approfondita della natura e dei fondamenti di questo conflitto regionale”. Per il suo discorso Mohammed VI ha scelto un solo tema. Il discorso reale è infatti incentrato sugli ultimi sviluppi della vicenda del Sahara marocchino.

Per il Re si è trattato di un impegno precoce. A muovere l’azione del monarca è stata la ferma intenzione di “passare dalla fase di gestione vera e propria ad una dinamica di cambiamento che si dispieghi sia all’interno che all’esterno e che copra tutti gli aspetti del dossier” ma anche di “allontanarsi da un approccio puramente reattivo” a favore di una logica di iniziativa, fermezza e proattività”.

Questa dinamica riguarda tutti gli aspetti della questione sahariana: sviluppo sociale, economico e culturale, rafforzamento del Sahara come asse di comunicazione e di scambio tra il Marocco e la sua profondità africana. Il Sahara marocchino è al centro delle iniziative continentali strategiche come quelle del gasdotto Marocco-Nigeria, il Processo degli Stati atlantici africani e l’Iniziativa reale per promuovere l’accesso dei paesi del Sahel all’Oceano Atlantico.

Una visione chiara seguita da anni da “un’azione determinata e calma affinché, con tutti i mezzi disponibili, e nonostante un contesto internazionale difficile e complesso, possiamo evidenziare la correttezza della posizione del nostro Paese e affermare i nostri legittimi diritti storici sul nostro Sahara”, ha riassunto il Re.

Il re del Marocco ha rotto con l’“approccio reattivo”, per una “logica di iniziativa, fermezza e proattività”. È questo approccio reale, basato su una visione chiara e costante, che guida l’azione del Marocco negli ultimi anni: Un’azione “decisa e serena”. Un’azione che ottimizzi “tutti i mezzi disponibili”, nonostante un contesto internazionale difficile e complesso.

I risultati di questo approccio sono visibili: Sulla scena internazionale continua l’erosione dell’entità separatista: 164 dei 193 Stati membri dell’ONU non la riconoscono, ovvero l’85% della comunità internazionale non la riconosce. Più di 112 paesi in tutto il mondo sostengono l’iniziativa di autonomia sotto sovranità marocchina, compresi quasi ¾ dei paesi africani. In Europa, negli ultimi anni si è sviluppato un ampio sostegno all’iniziativa sull’autonomia, inclusa la maggior parte dei paesi membri dell’UE. Sono 28 i paesi e un’organizzazione regionale (OECS) che hanno aperto i consolati generali a Laayoune e Dakhla, esprimendo il loro sostegno alla sovranità marocchina.

Ciò viene fatto, in particolare alla luce del sostegno ormai sincero della Francia alla sovranità del Marocco sul Sahara e del suo sostegno all’Iniziativa di Autonomia nel quadro dell’integrità territoriale del Regno, come unica base per la risoluzione di questo conflitto artificiale.

In particolare, e davanti al Parlamento, il re Mohammed VI ha rivolto solennemente, a suo nome e a nome del popolo marocchino, i suoi “più profondi ringraziamenti” e “la sua profonda gratitudine” alla Francia e al presidente Emmanuel Macron per questo sostegno.

La Francia è “un grande Paese, membro permanente del Consiglio di Sicurezza e riconosciuto come attore influente sulla scena internazionale”. E’ un Paese che ha “una conoscenza approfondita della natura e dei fondamenti di questo conflitto regionale”. Perché ha una prospettiva storica unica; conosce approfonditamente il dossier, storicamente e giuridicamente; Lei conosce meglio di chiunque altro l’autenticità dei diritti del Marocco. L’evoluzione della posizione della Francia sostiene gli sforzi compiuti nel quadro delle Nazioni Unite. È un punto di svolta, perché è un membro permanente del Consiglio di Sicurezza; intende agire coerentemente con questa posizione a livello nazionale e internazionale.

La dinamica internazionale di sostegno all’autonomia e alla sovranità del Marocco riguarda però anche altri importanti paesi: Gli Stati Uniti hanno già riconosciuto la sovranità del Marocco sul Sahara. Anche la Spagna sostiene l’autonomia nel quadro della sovranità di Rabat mentre la Russia ha un accordo di pesca con il Marocco che copre il Sahara. Questo accordo è stato appena prorogato. Questa dinamica internazionale riguarda tutti i continenti e tutte le regioni all’interno di ciascun continente.

Rabat però resta lucida e non si ferma sui risultati ottenuti. Mohammed VI mobilita tutte le forze del Paese per “spiegare ulteriormente i fondamenti della posizione del Marocco al piccolo numero di paesi che continuano ad andare contro la logica della legge e a negare i fatti della Storia”.

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Marocco: Burundi conferma sostegno a integrità territoriale

Durante un incontro in Marocco tra Bourita e Shingiro

Il Burundi ribadisce il suo sostegno costante e incondizionato all’integrità territoriale e sovranità del Marocco su tutto il suo territorio, compreso compresa la regione del Sahara.

Il Ministro degli Affari Esteri, della Cooperazione Africana e Marocchini residenti all’estero, Nasser Bourita, ha ricevuto a Rabat, l’Ambasciatore Albert Shingiro, Ministro degli Affari Esteri e Cooperazione allo sviluppo della Repubblica del Burundi.

Per quanto riguarda la questione del Sahara marocchino, Shingiro ha ribadito la posizione della Repubblica del Burundi a favore dell’integrità territoriale e la sovranità del Marocco su tutto il suo territorio, compresa la regione del Sahara.

Ha inoltre ribadito il sostegno della Repubblica del Burundi al Piano dell’autonomia presentata dal Regno del Marocco, come unica soluzione credibile e realistico per la risoluzione di questa controversia regionale.

Shingiro ha anche elogiato gli sforzi delle Nazioni Unite considerandole una struttura esclusiva per raggiungere una soluzione realistica, pratica e duratura alla controversia relativa al Sahara.

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Marocco: Rabat designata Capitale mondiale del libro 2026

Un riconoscimento per l’impegno del Marocco a favore della cultura e della democratizzazione della conoscenza

La scelta da parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) di Rabat “Capitale Mondiale del Libro” per l’anno 2026 conferma l’impegno del Marocco nella promozione della cultura e nella democratizzazione della conoscenza, in conformità con le Alte Direttive del re Mohammed VI. E’ quanto si legge in una nota del ministero della Cultura del Marocco diffuso dall’agenzia di stampa marocchina “Map”.

“Città della Luce, Capitale marocchina della Cultura, Rabat aggiungerà al suo elenco di riconoscimenti globali e regionali il titolo di Capitale Mondiale del Libro”, spiega il Ministero della Cultura, della Gioventù e della Comunicazione in un comunicato stampa, sottolineando che questa designazione sarà un opportunità per promuovere la consapevolezza collettiva dell’importanza dei libri e della lettura.

Permetterà inoltre di rafforzare la sinergia tra le autorità pubbliche e le diverse componenti della società civile al fine di costruire una società di lettori, inclusiva ed equa, in particolare tra i giovani, continua la stessa fonte, aggiungendo che questa scelta strategica è “un’opportunità per presentare la ricchezza del nostro patrimonio culturale e per organizzare eventi innovativi che promuovano il dialogo interculturale attraverso il linguaggio universale dei libri”.

Per un anno, la letteratura marocchina sarà messa in risalto in tutte le sue forme: scrittura, laboratori, dibattiti, formazione, mostre. Per perpetuare la vocazione della città di Rabat come capitale del libro e della lettura, saranno realizzati nuovi progetti permanenti, in particolare attraverso la creazione di nuovi spazi creativi per perpetuare questa consacrazione.

Attraverso questo ricco e diversificato programma di attività, Rabat, capitale mondiale del libro, mirerà a consolidare il ruolo dei libri come pilastro delle industrie culturali e creative e a riconoscere la lettura come una delle chiavi del successo del Nuovo modello di sviluppo, evidenziando al contempo la diversità culturale del nostro Paese, conclude il comunicato.

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Emirati: Binghatti Properties punta a raddoppiare il suo portafoglio progetti

Passerà a 100 miliardi di AED entro 18 mesi con il lancio di 12000 unità entro 3 mesi

Il principale sviluppatore di Dubai Binghatti Properties sta intraprendendo un’espansione del portafoglio che quasi raddoppierà le sue dimensioni entro i prossimi 18 mesi a 100 miliardi di AED, rispetto agli attuali 40 miliardi di AED. Ciò avviene dopo che Binghatti aveva recentemente mostrato una forte performance sul mercato nella prima metà dell’anno.

Muhammad Binghatti, il presidente di BinghattiProperties, ha commentato questo sviluppo di recente ai media di Dubai, affermando che la sua azienda, che ha recentemente stretto una partnership con marchi globali tra cui le leggende dell’automotive Bugatti e Mercedes-Benz, nonché il marchio di orologeria e gioielli Jacob&Co., sta pianificando di lanciare 12.000 unità entro i prossimi tre mesi. Ciò è in linea con il fatto che lo sviluppatore riceve flussi di cassa da progetti che saranno consegnati nei prossimi tre mesi con un valore superiore a 1 miliardo di $ (3,67 miliardi di AED).

Binghatti ha affermato che Dubai è considerata una delle destinazioni di investimento immobiliare più importanti in tutto il mondo e il suo mercato in forte espansione è caratterizzato da una crescita continua e offre agli investitori varie opportunità di investimento. “Le proprietà di Dubai continuano ad attrarre utenti finali e investitori poiché il prezzo medio per piede quadrato è di soli $ 352, nonostante gli ultimi aumenti, che equivale a un terzo del suo omologo a Londra alla fine dell’anno scorso che si attestava a $ 868. Il prezzo medio per piede quadrato di Dubai era anche equivalente a meno della metà del suo omologo a Singapore che si attestava a $ 765, e leggermente superiore alla metà del prezzo medio di Los Angeles a $ 663”, ha affermato Binghatti.

“Non si tratta solo di prezzi interessanti, Dubai offre anche diversi servizi e strutture eccezionali ovunque, come aeroporti, hotel e ristoranti. Ad esempio, le procedure di check-in e controllo aeroportuale sono notevolmente più fluide e semplici. C’è anche considerazione per la sicurezza sociale e il comfort attraverso la disponibilità di tassiste donne dedicate alle famiglie e alle passeggere donne. Questi fattori combinati migliorano la qualità della vita, rinvigoriscono il mercato e hanno un impatto positivo sui prezzi immobiliari”, ha aggiunto.

Binghatti ha osservato che la società ha recentemente aumentato la sua attività di espansione del territorio con appezzamenti acquistati in quartieri strategici di Dubai, tra cui Palm Jumeirah, Business Bay e Al Jaddaf. “La banca di terreni di proprietà della società mira a soddisfare la domanda prevista per circa due anni e mezzo, mentre cerchiamo continuamente di ampliare il nostro portafoglio di terreni”, ha chiarito Binghatti.

Per quanto riguarda i piani di espansione al di fuori di Dubai, Binghatti ha aperto un ufficio internazionale a Riyadh, stabilendo una presenza nel mercato dell’Arabia Saudita.

“Il nostro obiettivo più importante è fare del nostro meglio come azienda. In tale veste, ci preoccupiamo di consegnare i nostri progetti in tempo, e talvolta prima delle scadenze. Siamo stati premiati dal governo del Dipartimento del territorio di Dubai come lo sviluppatore immobiliare più veloce. Consegniamo in tempo, concentrandoci allo stesso tempo sulla qualità e sfruttando la tecnologia nel settore immobiliare. La nostra attenzione alla qualità è resa possibile dal nostro modello aziendale verticalmente integrato in cui le nostre fabbriche di acciaio, falegnameria e alluminio forniscono servizi di produzione in tutti i nostri progetti, assicurando ulteriormente che il valore venga fornito agli utenti finali e agli investitori”, ha affermato Binghatti.

“Ci sono vari fattori da considerare quando si valuta un immobile di prima qualità. Il fattore principale è la posizione del progetto e il valore del marchio che porta con sé. Un esempio di ciò è la nostra partnership con Bugatti, uno dei marchi automobilistici leader al mondo. Bugatti Residences by Binghatti presenta l’unica spiaggia ispirata alla riviera nella zona e un ascensore privato per auto che consente ai clienti di parcheggiare i veicoli nei loro attici”, ha affermato.

Muhammad Binghatti ha menzionato il programma dell’azienda per gli acquirenti con budget limitati e ha sottolineato il fatto che Dubai non offre solo prodotti immobiliari di lusso, ma anche prodotti immobiliari tradizionali. Infatti, ha menzionato la possibilità di affittare uno studio a Dubai per $ 1000. “Puoi affittare uno studio per 45000 AED all’anno a Jumeirah Village Circle. In alternativa, se desideri un quartiere con più stile di vita e servizi che sia più vicino alla città, puoi affittare a Business Bay a 65000 AED. Lo stesso vale anche per il settore della ristorazione e dei bar: puoi ottenere un pasto per soli 10 AED e puoi anche acquistare un pasto in un ristorante stravagante a 2000 AED o 2500 AED”, ha spiegato.

“In questo contesto, la presenza di Binghatti in tutti i segmenti del mercato, che sia mainstream, di lusso o ultra-lusso, gioca un ruolo nel garantire che i nostri prodotti siano disponibili per tutti”, ha aggiunto Binghatti.

Ha sottolineato il fatto che 1 milione di dollari (3,67 milioni di AED) può acquistare circa 1000 piedi quadrati in tre delle posizioni più privilegiate di Dubai, mentre la stessa cifra garantisce 172 piedi quadrati solo a Monte Carlo, che equivale a solo il 20% del valore guadagnato a Dubai. “Dubai offre una delle migliori proposte di valore al mondo, se non la migliore in assoluto”, ha confermato Binghatti.

“Il mercato immobiliare di Dubai ha mantenuto un tasso di rendimento da locazione del 7%-10%, rispetto ai livelli di Londra a circa il 3%”, ha continuato.

Ha elogiato la quotazione Sukuk recentemente emessa da Binghatti e ha sottolineato che l’emissione di debutto è stata sottoscritta al 210% in più, mentre il tap che è seguito è stato sottoscritto al 420% in più, registrando una domanda internazionale del 40% da fuori dagli Emirati Arabi Uniti. “Le elevate richieste di sottoscrizione riflettono la fiducia degli investitori globali nell’economia degli Emirati Arabi Uniti e di Dubai, e nelle nostre prestazioni come azienda, e la reputazione di “BinghattiProperties” all’estero”, ha affermato Binghatti.

Gli è stato chiesto se l’azienda ha qualche piano per un’IPO. “La nostra azienda è un’azienda familiare privata e non ha piani per un’IPO nel prossimo futuro, in particolare perché i nostri flussi di cassa sono solidi”, ha risposto Binghatti.

Ha parlato di emiratizzazione e l’ha descritta come un dovere nazionale che la sua azienda deve assolvere. “Le mie istruzioni al dipartimento delle risorse umane dell’azienda riflettono questo obbligo, poiché il mio obiettivo è quello di rendere “Binghatti Properties” il più grande incubatore privato di meritevoli talenti degli Emirati Arabi Uniti. Abbiamo giovani brillanti con mentalità eccellenti che hanno la passione di imparare. Anche le persone senza esperienza vogliono imparare e hanno la volontà di farlo. Quindi, meritano delle opportunità. Siamo ben avviati verso l’impegno di emiratizzazione e rimaniamo concentrati sull’obiettivo, che non è solo quello di aumentare il numero di personale locale, ma anche di implementare programmi in tal senso”, ha sottolineato.

“Siamo tra le prime aziende a lanciare programmi per stimolare gli agenti immobiliari degli Emirati Arabi Uniti, in particolare con la nuova coorte di laureati del programma di regolarizzazione immobiliare. Abbiamo incoraggiato i laureati e abbiamo persino offerto commissioni più elevate nel tentativo di incoraggiare la loro attività e partecipazione. Ciò si è rivelato fruttuoso poiché molti partecipanti sono riusciti a vendere nel nostro progetto “Binghatti Hills”, che ha segnato il trampolino di lancio della loro carriera nell’intermediazione immobiliare”, ha concluso Binghatti.

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Emirati: Binghatti sponsorizza lo Shabab Al Ahli Football Club

Una delle migliori squadre di calcio professionistiche degli Emirati Arabi Uniti

Binghatti, il principale sviluppatore immobiliare degli Emirati Arabi Uniti, ha firmato un accordo di sponsorizzazione con lo Shabab Al Ahli Football Club, una delle migliori squadre di calcio professionistiche degli Emirati Arabi Uniti. La sponsorizzazione vedrà il logo di Binghatti apparire sulle maglie della squadra del club, con l’azienda che diventerà lo sponsor principale del club di calcio degli Emirati Arabi Uniti a partire dalla stagione 2024-2025.

Questa partnership evidenzia l’impegno di Binghatti nel supportare lo sviluppo locale dei giovani e dello sport. Attraverso questa sponsorizzazione, Binghatti mira a dare potere ai giovani talenti, fornendo allo Shabab Al Ahli le risorse necessarie per ottenere un successo continuo sia sulla scena nazionale che internazionale.

Muhammad Binghatti, Presidente di Binghatti Holding, ha espresso il suo entusiasmo: “Siamo onorati di sponsorizzare lo Shabab Al Ahli, una delle squadre di calcio più prestigiose degli Emirati Arabi Uniti. Il calcio, come l’immobiliare, richiede precisione, lavoro di squadra e dedizione, valori che Binghatti sostiene in ogni progetto. Supportando una squadra di calcio locale, puntiamo a ispirare e coltivare la prossima generazione di atleti negli Emirati Arabi Uniti”.

La sponsorizzazione di Binghatti riflette l’impegno di lunga data dell’azienda nel restituire alla comunità, in particolare attraverso iniziative che promuovono lo sport, lo sviluppo dei giovani e gli stili di vita attivi. Questa partnership è destinata a svolgere un ruolo fondamentale nel rafforzare il percorso di Shabab Al Ahli verso l’eccellenza, elevando al contempo il calcio degli Emirati Arabi Uniti sulla scena internazionale.