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Sahara: Comitato per la pace critica visita De Mistura in Sud Africa

Dichiarazione del Comitato Internazionale per il Dialogo e la Pace sull’invito di Staffan de Mistura da parte del Sudafrica

Ha provocato aspre critiche la decisione dell’inviato dell’Onu per il Sahara occidentale, Staffan De Mistura, di compiere una visita in Sud Africa. In una nota il Comitato Internazionale per il Dialogo e la Pace ha definito i colloqui tenuti dalle autorità sudafricane con De Mistura “un tentativo insolito e inappropriato del governo di ottenere visibilità internazionale tentando, senza successo, di diventare un “attore” nella disputa del Sahara”.

Si legge in una nota che il Comitato Internazionale per il Dialogo e la Pace “ritiene necessario ricordare che è regola fondamentale di tutte le nazioni rispettare pienamente e impeccabilmente l’andamento delle controversie, dispute o dispute che siano oggetto di trattamento nell’ambito delle Nazioni Unite, come è il caso della disputa del Sahara Occidentale davanti alla Quarta Commissione Speciale delle Nazioni Unite”.

Le Nazioni Unite hanno chiaramente definito gli attori internazionali coinvolti nella risoluzione di questa controversia, vale a dire: Marocco, Algeria, Mauritania e Spagna. Né l’Unione Africana né il Sudafrica sono attori di questo conflitto, né fanno parte dei paesi osservatori, né del gruppo costituito dagli Stati Uniti e da altri membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, più la Spagna, che vengono utilizzati alla predisposizione delle delibere di rinnovo dei mandati della MINURSO.

In questo contesto, si legge ancora nella nota, l’atteggiamento del governo sudafricano di invitare l’inviato speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Staffan de Mistura, ad affrontare la questione della suddetta controversia risulta impertinente, inappropriato e destabilizzante. Costituisce un gesto che rompe l’imparzialità degli Stati, dato che è ampiamente nota la posizione del Sudafrica favorevole alle pretese separatiste del Fronte Polisario e della cosiddetta Repubblica Araba Democratica Sahrawi (SADR).

In questo contesto, le dichiarazioni alla stampa del Ministro degli Affari Esteri del Sudafrica, secondo cui l’inviato personale del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Staffan de Mistura, ha condiviso con lei “alcuni assi relativi al problema del Sahara” invocando il carattere “confidenziale” delle proposte, sono preoccupanti. Secondo la ministra queste proposte dovranno essere studiate approfonditamente dal suo governo.

Per il Comitato De Mistura non riuscirà a sbloccare il processo politico legato al Sahara coinvolgendo senza consultazioni paesi terzi che non fanno parte della disputa e che non hanno alcun interesse reale, se non quello di sostenere apertamente le posizioni del Fronte Polisario e dell’Algeria. sulla questione.

Queste azioni dimostrano semplicemente l’incompetenza diplomatica e la mancanza di soluzioni reali per risolvere questo conflitto dopo due anni di gestione.

Di fronte a questo approccio errato da parte del Delegato Personale del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, il Comitato Internazionale per il Dialogo e la Pace non può che esprimere la sua profonda preoccupazione e il suo rifiuto per il coinvolgimento unilaterale del Sudafrica nella questione del Sahara. , e invitiamo il signor Staffan de Mistura a rivedere urgentemente la sua posizione su questo argomento.

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Marocco: Panama ribadisce sostegno a piano autonomia Sahara

Il governo del Panama ha confermato il suo sostegno al piano di autonomia del Sahara presentato dal Marocco nel 2007. Il governo centramericano considera questo piano come “unica base per una soluzione giusta e duratura” alla disputa regione delle regioni del sud del Regno.

La posizione di Panama sulla questione del Sahara marocchino è chiara e si inserisce nella dinamica internazionale innescata dall’iniziativa di autonomia presentata dal Regno. Il paese centroamericano aggiorna così la sua posizione nazionale riguardo al conflitto attorno al Sahara marocchino, il che segna un’evoluzione sostanziale.

D’ora in poi, questa posizione si inserisce nella dinamica internazionale generata dall’iniziativa di autonomia delle province del Sud che questo paese, come tanti altri, descrive come l’unica e “unica soluzione” a questa disputa inventata.

Così la Dichiarazione Congiunta, firmata al termine dell’incontro svoltosi in videoconferenza tra il Ministro degli Affari Esteri, della Cooperazione Africana e dei marocchini residenti all’estero, Nasser Bourita, e la sua controparte panamense, Janaina Tewaney Mencomo, si esprime la convinzione di Panama che la soluzione a questo conflitto non può che essere realistica, come affermato dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

Spinto da questa convinzione, Panama sottolinea che oltre ad optare per una soluzione realistica, come affermato e confermato dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, invoca una soluzione di compromesso, quando parla di “riunire tutte le parti interessate al fine di uno sforzo comune verso una soluzione definitiva”.

Si allinea così alla stragrande maggioranza della comunità internazionale, che sottolinea la centralità dell’ONU e del suo Consiglio di Sicurezza in particolare, nella ricerca di una soluzione politica definitiva.

Con questa Dichiarazione, la Repubblica di Panama si unisce alla maggioranza dei paesi della comunità internazionale (più di un centinaio), che hanno designato l’iniziativa di autonomia come l’unica soluzione alla disputa regionale attorno al Sahara marocchino, sostenendo in modo serio e credibile il Marocco e allontanandosi così da soluzioni estreme e irrealistiche che prolungano la disputa e ritardano l’integrazione regionale nel Nord Africa.

Oltre a questa posizione, che non presenta alcuna ambiguità, Panama si impegna per iscritto ad agire in conformità con la presente Dichiarazione congiunta e si trova ormai in una prospettiva che aiuterà le parti interessate a trovare una soluzione duratura e definitiva.

In breve, Panama difende oggi inequivocabilmente una soluzione di compromesso realistica, aprendo la strada alle parti e all’ONU per attuare questa soluzione che offre pace, stabilità e prosperità alla regione del Maghreb e del Sahel.

Panama, che dimostra saggezza e lucidità attraverso questa dichiarazione, apre con determinazione la strada ad una ricca cooperazione con il Marocco che, grazie alla visione di Sua Maestà il Re Mohammed VI, che Dio lo aiuti, è diventato un perno regionale, un ponte tra i continenti africano e americano e una potenza credibile per i suoi partner.

La Dichiarazione Congiunta firmata conferma inoltre la volontà comune di consolidare le relazioni bilaterali e rafforzare la cooperazione, e individua i settori promettenti in questa direzione.

Grazie a questa posizione espressa in questa Dichiarazione, le energie e il potenziale della cooperazione bilaterale vengono così liberati tra due paesi, la cui posizione geografica è tanto unica quanto strategica, sullo Stretto di Gibilterra da un lato e sul Canale di Panama dall’altro.

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Marocco: delegazione Onu visita province del sud

La delegazione di Ambasciatori Rappresentanti Permanenti presso l’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra

Una delegazione, composta da 14 ambasciatori, rappresentanti permanenti presso l’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, inizia oggi un tour delle Province Meridionali del Marocco. In questa occasione gli ambasciatori constateranno il particolare sviluppo di questa parte dei territori marocchini. In un contesto in cui lo sviluppo sostenibile e la cooperazione regionale sono questioni cruciali, il Marocco si posiziona come uno dei principali attori in Africa. Con una visione strategica e iniziative concrete, il Paese sta seguendo il suo cammino verso un futuro prospero e inclusivo per l’intera regione.

La visita di questi ambasciatori nelle province del sud evidenzia la determinazione del Marocco nel mettere in risalto i suoi progressi in tutti i settori di questa regione, culla della diversità culturale, dei valori politici e sociali che uniscono le componenti del Regno. Questa ricca identità è un motore essenziale dello sviluppo e della coesione nazionale.

Il Marocco non solo promuove lo sviluppo nel suo territorio, ma estende anche il suo slancio e il suo sostegno ai suoi vicini africani. E attraverso il suo impegno nelle missioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite e la sua assistenza medica su larga scala, il Marocco dimostra la sua solidarietà e il suo impegno nei confronti del continente africano.

Il Nuovo Modello di Sviluppo per le Province del Sud illustra l’impegno del Marocco verso l’empowerment economico e sociale. Questo modello mira a rafforzare le capacità locali e a promuovere l’integrazione regionale. I risultati sono già visibili, con indicatori socioeconomici che spesso superano la media nazionale.

In quanto paese di passaggio tra Africa, Europa e Medio Oriente, il Marocco è un attore chiave nella promozione degli scambi economici, culturali e politici. La sua posizione geografica strategica lo rende un hub regionale vitale, promuovendo il commercio Nord-Sud e Sud-Sud. La recente iniziativa volta a facilitare l’accesso degli Stati del Sahel all’Oceano Atlantico ne è un esempio concreto. Il Marocco sta emergendo come modello di sviluppo e cooperazione in Africa. Con il suo impegno per l’identità culturale, lo sviluppo sostenibile e la cooperazione regionale, il Paese sta aprendo la strada a un futuro di progresso e prosperità condivisa per tutti.

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Marocco-Nigeria: colloquio Mohammed VI-Tinubu su gasdotto

La conversazione telefonica tra il re e il Presidente della Nigeria si è concentrata sul progetto del gasdotto africano-atlantico Nigeria-Marocco.

Il re del Marocco Mohammed VI, ha avuto oggi una conversazione telefonica con il presidente della Nigeria, Bola Ahmed Adekunle Tinubu. Lo riferisce l’agenzia di stampa marocchina “Map” che pubblica una nota del Palazzo reale di Rabat. Questo colloquio si è concentrato sulle dinamiche positive delle relazioni bilaterali negli ultimi anni.

In particolare si è discusso dei lavori di costruzione del gasdotto Nigeria-Marocco che dovrebbero iniziare nel 2024, secondo quanto ha annunciato il ministro nigeriano delle Risorse petrolifere, Ekperikpe Ekpo.

Il colloquio si è focalizzato quindi sul progetto del gasdotto africano-atlantico Nigeria-Marocco, “progetto strutturante che costituirà una leva strategica per l’integrazione regionale e lo sviluppo economico e sociale per tutti i Paesi dell’Africa occidentale, fanno sapere da Rabat.

In questo contesto, Mohammed VI ha invitato il presidente della Nigeria a compiere una visita ufficiale a Rabat, le cui date saranno comunicate attraverso i canali diplomatici.

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Marocco-RD Congo: FRMF chiarisce

La Federazione di calcio del Marocco chiarisce la sua posizione dopo le polemiche seguite al match giocato durante la Coppa d’Africa

La Confederazione del calcio africano (CAF) ha aperto un’indagine dopo la rissa scoppiata tra le due squadre di calcio del Gruppo F, ovvero Marocco e Repubblica Democratica del Congo, al termine della partita di coppa d’Africa giocata il 21 giugno in Costa d’Avorio.

A seguito delle polemiche seguite all’incontro, finito in pareggio, la Federazione di calcio del Marocco (FRMF) ha rilasciato una nota per chiarire la sua posizione. In particolare ha ricordato “le relazioni speciali e storiche tra il Regno del Marocco e la Repubblica Democratica del Congo, nonché dei legami fraterni tra i popoli dei due Paesi. L’eccezionale rapporto di cooperazione tra la FRMF e la Federazione congolese (FECOFA), il numero di giocatori congolesi che giocano in Marocco e gli scambi calcistici esistenti tra le due federazioni ne sono una vera testimonianza”.

Rabat intende quindi “Deplorare, senza essere in linea con l’accusa, tutti gli atti antisportivi che hanno seguito questa partita”. Si ricorda inoltre come il presidente della FRMF, Fouzi LEKJAA, è stato il primo a congratularsi con l’allenatore della squadra del Congo, Sébastien Desabre, “riflettendo lo stato d’animo della selezione che è stato evidente durante tutta la partita. Inoltre, il giocatore marocchino Achraf Hakimi ha assistito il giocatore congolese Henoc Inonga Baka”.

La FRMF ribadisce quindi il suo attaccamento ai valori di buona condotta, etica e correttezza e ritiene che questi fatti non faranno altro che rafforzare i legami fraterni tra i due paesi.

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Medio Oriente: da Marocco borse di studio per studenti palestinesi

Proseguono le attività del monarca in qualità di presidente del Comitato per Gerusalemme

Il re del Marocco, Mohammed VI, in qualità di Presidente del Comitato per Gerusalemme, ha ordinato di destinare ulteriori borse di studio a beneficio degli studenti palestinesi. Ciò rientra nel quadro delle borse di studio concesse dall’Agenzia Marocchina di Cooperazione Internazionale. E’ quanto si legge in un comunicato del Ministero degli Affari Esteri, della Cooperazione Africana e dei marocchini residenti all’estero.

Queste borse di studio, circa 100, andranno a beneficio degli studenti palestinesi provenienti dalla Striscia di Gaza e iscritti ad università e istituti superiori di diverse regioni del Regno.

Questa iniziativa nelle attenzioni date dal capo di stato marocchino continua alla causa palestinese, così come nella solidarietà attiva con il popolo palestinese in queste difficili circostanze, fanno sapere da Rabat.

Mohammed VI ha ordinato che queste borse di studio siano messe immediatamente a disposizione degli studenti palestinesi che soddisfano le condizioni richieste, in coordinamento con l’Autorità Palestinese, precisa il comunicato stampa.

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Marocco: Mohammed VI da’ istruzioni al governo per crisi idrica

Il re ha presieduto una riunione sulla crisi idrica invitando il governo a comunicare le misure di emergenza che verranno attuate

Il re Mohammed VI ha presieduto oggi al Palazzo Reale di Rabat, una sessione di lavoro dedicata alla questione dell’acqua e alla crisi idrica che si registra in Marocco. Secondo quanto si legge in un comunicato stampa del Gabinetto Reale, la questione dell’Acqua è una questione strategica che beneficia di un monitoraggio costante e della preoccupazione del Sovrano. In questo contesto segnato da un notevole deficit in termini di precipitazioni e da una fortissima pressione sulle risorse idriche in tutte le regioni del Regno.

Questa riunione di lavoro si aggiunge a numerose altre azioni già intraprese, in particolare nel quadro del Programma nazionale di approvvigionamento di acqua potabile e irrigazione 2020-2027. È il caso, in particolare, della realizzazione dell’interconnessione dei bacini di Sebou e Bouregreg e della messa in esercizio delle stazioni di dissalazione di Agadir e Safi/Jorf Lasfar.

All’inizio di questa riunione di lavoro, il ministro delle Attrezzature e dell’acqua, Nizar Baraka, ha presentato la situazione idrica, che evidenzia, per il periodo da settembre a metà gennaio 2024, un deficit di precipitazioni del 70% rispetto al la media, nonché un tasso di riempimento della diga del 23,2% rispetto al 31,5% dello stesso periodo dell’anno scorso.

Grazie alle azioni già intraprese, in particolare nel quadro del Programma nazionale di approvvigionamento di acqua potabile e irrigazione 2020-2027, diverse province e regioni sono state adeguatamente rifornite di acqua potabile negli ultimi anni. È il caso, in particolare, della realizzazione dell’interconnessione dei bacini di Sebou e Bouregreg e della messa in esercizio delle stazioni di dissalazione di Agadir e Safi/Jorf Lasfar.

Il ministro ha poi presentato davanti al Re il piano d’azione di emergenza elaborato dai dipartimenti competenti per far fronte alla situazione attuale e garantire l’approvvigionamento di acqua potabile, in particolare nelle città, nei centri e nelle località carenti o che potrebbero esserlo.

Questo piano d’azione di emergenza presentato al Sovrano e attuato a livello dei vari sistemi idraulici del Regno, prevede una serie di misure tra cui, a breve termine, la mobilitazione ottimale delle risorse a livello di dighe, pozzi e stazioni esistenti. Ma anche di impianti di desalinizzazione. Sono compresi anche la costruzione di apparecchiature urgenti per il trasporto e la fornitura di acqua e laddove la situazione richiede possibili misure per limitare le portate dell’acqua di irrigazione o di distribuzione.

Allo stesso tempo, e in conformità con le linee guida reali, verranno accelerati i progetti previsti con un impatto a medio termine, in particolare le dighe attualmente in costruzione, l’interconnessione tra Sebou, Bouregreg e Oum Rabia, il programma nazionale di acqua di mare stazioni di desalinizzazione, programma di riutilizzo delle acque reflue depurate, programma di risparmio idrico a livello di approvvigionamento idrico e reti di distribuzione potabile e irrigua.

Mohammed VI ha esortato i dipartimenti e le organizzazioni interessate a raddoppiare la vigilanza e gli sforzi per affrontare la sfida della sicurezza idrica e garantire la fornitura di acqua potabile a tutte le località del Regno.

A questo proposito, il Sovrano ha invitato il governo a instaurare una comunicazione trasparente e regolare con i cittadini sugli sviluppi della situazione idrica e sul piano delle misure di emergenza che verranno attuate, rafforzando al contempo la sensibilità del grande pubblico al risparmio idrico e alla lotta contro ogni forma di spreco o di utilizzo irresponsabile di questa vitale materia.

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Marocco eletto presidente del Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu

Storica elezione del Marocco alla Presidenza del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite per l’anno 2024

Il Regno del Marocco è stato eletto oggi alla Presidenza del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite per l’anno 2024, durante una votazione tenutasi mercoledì a Ginevra. Dei 47 membri del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, 30 hanno sostenuto la candidatura del Marocco, mentre quella del Sudafrica ha ricevuto solo 17 voti, indica in un comunicato il Ministero degli Affari Esteri, della Cooperazione africana e dei marocchini residenti all’estero.

L’elezione del Marocco, per la prima volta nella sua storia, alla Presidenza di questo organismo delle Nazioni Unite, esprime il riconoscimento da parte della comunità internazionale per la linea del Re Mohammed VI, in materia di protezione e promozione dei diritti umani.

Sotto la guida del Sovrano, il Marocco ha di fatto intrapreso la scelta irreversibile di consacrare lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani. Questa scelta, sancita dalla Costituzione del 2011, si traduce in un continuo slancio di riforme volte, in particolare, al consolidamento della democrazia, all’uguaglianza tra donne e uomini, alla giustizia sociale e territoriale, all’effettività dei diritti umani. partecipazione e responsabilizzazione dei giovani, sottolinea il comunicato.

L’elezione del Regno, grazie all’adesione di un gran numero di paesi di tutte le regioni del mondo, e nonostante la mobilitazione dell’Algeria e del Sud Africa per contrastarlo, rivela anche la fiducia e la credibilità ispirate dall’azione esterna del Marocco nel quadro il Royal Impulse in Africa, sulla scena internazionale e nel sistema multilaterale.

Il Regno del Marocco, che apporta un contributo riconosciuto in seno al Consiglio dei Diritti Umani, in particolare nei processi fondativi di sviluppo di questo organismo, si rallegra della fiducia così riposta in esso. Per lui questo è un segnale forte da parte della comunità internazionale a favore del suo approccio costruttivo e della sua leadership unificante su temi chiave come il dialogo interreligioso, la tolleranza e la lotta contro l’odio razziale, nonché il diritto a un ambiente sano e sostenibile, ai migranti. diritti e l’impatto delle nuove tecnologie.

Durante la sua Presidenza, il Regno resterà fedele alla linea mantenuta durante i suoi tre mandati in seno al Consiglio dei Diritti Umani, privilegiando sempre il dialogo, l’incontro e il consenso. Egli intende quindi continuare attivamente, con i membri del Consiglio e tutti i gruppi regionali, il rafforzamento e l’influenza di questo importante organo del sistema dei diritti umani delle Nazioni Unite, conclude il comunicato stampa.

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Algeria: nuovo caso di rapimento donna a Tinduf

Secondo Suiteinformacion.es il Polisario ha permesso il rapimento di una giovane ragazza nel campo di Tindouf mentre visitava la sua famiglia

E’ esploso sui media spagnoli il caso della giovane donna Filleh mint Chahid mint Laaroussia che è stata sequestrata nei campi profughi di Tindouf, nel sud dell’Algeria, e portata nella città di Orano. Il caso è arrivato in Spagna dopo che la donna ha contattato “Butincon”, un’azienda spagnola di consegna di cibo. La ragazza aveva chiesto di essere accompagnata nei campi di Tindouf, dove è stata trattenuta dalla famiglia ospitante. Da allora le sono state bruciati i documento e viene trattenuta contro la sua volontà. Questo nonostante la famiglia spagnola di Filleh avesse pagato il salvacondotto che permetteva ad un saharawi di recarsi in Algeria, per un valore di 2.500 euro, precisando che il sequestro è stato possibile approfittando del fatto che Filleh, appena maggiorenne, 18 anni in Spagna, era ad un matrimonio. E’ stata portata a Orano, dove attualmente sta aspettando l’arrivo di un avvocato spagnolo per chiedere il ritorno in Spagna”. Secondo i media spagnoli questo caso dimostra il clima di repressione che si vive nei campi di Tindouf.

Il Polisario e alcuni membri della tribù della ragazza, parente di Jira Bulahi, hanno minacciato i soci di Buticon, Louali Salem Douh e Hammada Saleh Moulud, di uccidere la loro famiglia nei campi come ritorsione per aver partecipato alla fuga di alcune donne dai campi. Persone dalla situazione precaria a Tindouf. Negli ultimi mesi diversi rapporti di varie istituzioni, tra cui il Parlamento Europeo, hanno raccolto le denunce dei Saharawi riguardo alle loro condizioni di vita, alla mancanza di libertà di movimento, espressione e riunione, nonché alla carenza di cibo, acqua, medicine, benzina, tra gli altri prodotti fondamentali per una vita dignitosa.

Ad agosto, il primo segretario del Movimento Saharawi per la Pace (MSP), Hach Ahmed Baricalla, ha riferito di aver inviato una lettera a Staffan de Mistura, rappresentante personale del Segretario generale delle Nazioni Unite per il Sahara Occidentale, denunciando il deterioramento delle condizioni di vita dei i Saharawi nei campi di Tindouf.

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Libia: principe Senussi pronto a tornare in patria

Invoca la Costituzione del 1951

In occasione del Giorno dell’Indipendenza libica, il principe ereditario Mohammed Senussi ha pronunciato il suo discorso annuale, che rappresenta un momento cruciale nella storia moderna della Libia. Rivolgendosi alla nazione, il principe ereditario ha sottolineato la necessità di un rinnovato senso di unità attraverso un’iniziativa senza precedenti, che segni l’uscita da decenni di divisione e conflitto.

All’inizio di quest’anno, in risposta a una richiesta del popolo libico e nel contesto di un prolungato stallo che impediva le ripetute iniziative di pace guidate dalle Nazioni Unite, il principe Mohammed Senussi ha avviato una serie di consultazioni a livello nazionale. Questi sforzi, senza precedenti nel panorama libico contemporaneo, mirano a promuovere un dialogo nazionale rappresentativo, un faro di speranza per la nazione devastata dalla guerra.

Le sessioni di dialogo hanno superato le divisioni interne, riunendo una vasta gamma di voci fondamentali per il tessuto sociale della Libia. In particolare, i partecipanti includono figure politiche nazionali, leader di comunità locali, autorità municipali, rappresentanti tribali, capi religiosi, gruppi di minoranza, sindacalisti, giovani attivisti , studenti e stimati accademici. Alcune di queste consultazioni sono state condivisi attraverso i social media e sui notiziari libici, diffondendo la rilevanza di una visione unitaria.

Mentre procede questa iniziativa, il principe Mohammed Senussi ha annunciato l’imminente seconda fase, destinata a svolgersi sul suolo libico. Questa fase consisterà in incontri convocati e a cui parteciperà Sua Altezza in varie città della Libia, con l’obiettivo di trovare il consenso su di un accordo per la transizione attraverso una concreta attuazione e con l’obiettivo di vedere tornare Senussi in Libia per la prima volta in oltre 3 decenni.

Al centro di queste discussioni c’è il clamoroso appello per ritornare alla Costituzione dell’Indipendenza del 1951, capace di esprimere l’identità nazionale e che incarna l’essenza delle aspirazioni collettive verso una monarchia costituzionale democratica. L’epoca d’oro del Paese, dal 1951 al 1969, testimonia la capacità della Libia di unificarsi, autogovernarsi e prosperare.

Il principe Mohammed Senussi ha invitato la comunità internazionale e le istituzioni, in particolare le potenze regionali e i paesi vicini, a unirsi a questo dialogo nazionale inclusivo. Ha sottolineato la necessità fondamentale di sostenere questa iniziativa, allontanandosi dagli interessi ristretti e radicati verso una visione unificata per il futuro della Libia.

L’appassionato appello del principe ereditario Mohammed Senussi segna un punto di svolta nel percorso della Libia, annunciando una nuova alba di unità, inclusività e identità nazionale condivisa.